Villa Gemma

Nel centro di Pacengo, un lungo muro di cinta parallelo alla Gardesana segnala la presenza di questa villa eretta accanto alla parrocchiale settecentesca che sorge sul lato opposto della strada.

Le origini del complesso sono legate alla proprietà dei Sagramoso i quali edificarono la villa ora De Beni che sorge poco lontano; già in un testamento del 1486, dove Lionello Sagramoso nomina eredi i nipoti Pietro e Donato, vengono citati i beni di Pacengo. Tra il XVII e il XVIII secolo, nel corso di complesse vicende ereditarie, parte di questi beni passarono prima agli Spolverini, in seguito ai Franco. Dal 1805, dopo il matrimonio di Lavinia, ultima discendente dei Franco, con Michelangelo Catterinetti, le proprietà di Pacengo apparterranno ai Catterinetti Franco fino al 1887 quando vengono ereditate da Lavinia sposa di Tebeldo Brenzoni il quale provvede a rinnovare e ad iniziare la piantagione del giardino. Loro eredi saranno i nipoti Angelo Michele e Marianna, sposa di Ermanno Gemma. Alla fine degli anni sessanta del Novecento le case e i campi di Pacengo passano a Leonardo Gemma Brenzoni, figlio di Marianna, attuale proprietario del complesso. La villa, rivolta verso mezzogiorno, presenta caratteri ascrivibili al Sette-Ottocento. Il settore centrale, a struttura tripartita, presenta un leggero bugnato analogo a quello che decora il palazzo che i Gemma Brenzoni possiedono in via Cappello a Verona. Verso occidente l'avancorpo prospiciente la pubblica via presenta caratteri ottocenteschi nelle poco leggibili decorazioni a fresco e nella cornice di gronda. Dalla planimetria dell’edificio e dalle asimmetrie delle aperture nel prospetto principale si ipotizza un complesso preesistente che ha ricevuto l’attuale decorazione neoclassica. Gli interni presentano lo schema tradizionale della villa veneta con la sala centrale affiancata da altri ambienti di soggiorno e di servizio mentre l’ampio vano scale occupa la parte retrostante. Alle spalle del corpo padronale, verso nord, tra le costruzioni legate alla conduzioni dei campi spicca un ampio edificio, addossato alla villa, con facciata in sasso, decorazioni in cotto e portone a sesto acuto di gusto neogotico. Verso nord-est la villa è arricchita dal parco romantico con maestosi esemplari di cedri deodora ed atlantica, pini e cipressi, il quale degrada dolcemente verso la campagna del brolo ancora integra grazie all’impegno dei proprietari. Una lapide murata sul prospetto lungo la Gardesana, ricorda che in questa villa si fermò Ferdinando di Savoia, duca di Genova, durante l’assedio di Peschiera nel 1848. L’edificio è stato restaurato dopo i danni causati dall’occupazione militare durante il secondo conflitto mondiale.

Comune: Lazise
Frazione: Pacengo
Via Peschiera, 27/29
Epoca: XVII Sec.