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Territorio

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Colà

Il piccolo borgo viene nominato per la prima volta nel testamento di Engelberto del 28 maggio 861 con il nome di Colata, probabilmente il nome deriva dal latino “colere” e indicherebbe che in origine il territorio si presentava come un ampio tratto di terra coltivata in mezzo alla selva. Probabilmente verso l’898, quando gli Ungari invasero l’Italia, intorno al borgo nacquero mura difensive, le quali sono andate perdute col passare dei secoli. Nel 1530 proprio a Colà venne ospitato Carlo V d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, di ritorno da Bologna dove era stato incoronato da Papa Clemente VII; una lapide, collocata all’esterno dell’edificio più antico del complesso Villa dei Cedri, ricorda l’evento. Sotto il dominio della Serenissima, Colà era un piccolo comune del vicariato di Lazise, ne divenne frazione nel 1804, durante la napoleonica Repubblica Italiana. Durante la prima guerra di indipendenza, nel 1848 il borgo venne occupato dalle truppe piemontesi, mentre durante la terza guerra d'indipendenza furono qui soccorsi numerosi soldati feriti durante la battaglia di Custoza, avvenuta nel 1866.
Un verdeggiante paesaggio collinare attornia il pittoresco centro di Colà e i suoi caratteristici muri in ciottolo, che anticamente dividevano le tenute rurali e delimitavano le grandi ville. Tra le ville storiche di Colà ricordiamo: Villa Moscardo (XV sec.), Villa dei Cedri (XVIII sec.), Villa Fumanelli (XVII o XVIII sec.) e Villa Da Sacco (XIX sec.); tutte di proprietà privata. La Parrocchia di Colà si trova in via Castello, presso la chiesa di S. Giorgio Martire, dal cortile interno della quale, tra l'altro, si può godere un magnifico panorama sulla valle sottostante. 
Tra le manifestazioni più importanti durante l'anno ricordiamo L'Antica Sagra della Madonna della Neve, la Festa dei Popoli e il Carnevale.
pacengo

Pacengo

Pacengo è un piccolo centro abitato, frazione del Comune di Lazise. Nominato già attorno all’anno 1000 come “Pacingus”, nome di probabile origine longobarda o germanica, è un centro antichissimo, testimoniato dagli importanti e numerosi reperti risalenti all’Età del Bronzo ritrovati nelle zone Bor e Porto nella seconda metà dell’800. Anche in epoca romana si pensa che Pacengo fosse un luogo di una certa importanza per le merci che arrivavano dalla Germania attraverso il lago, visto che sono stati rinvenute fondamenta di edifici e resti di costruzioni romane.
Probabilmente verso l’898, quando gli Ungari invasero l’Italia, intorno al paese sorsero mura difensive, le quali sono andate perdute col passare dei secoli.
Durante il dominio della Repubblica di Venezia il paese costituiva Comune da solo, ma verso la fine della serenissima era soggetto alla giurisdizione del provveditore straordinario di Peschiera. Creato il napoleonico Regno d’Italia, Pacengo nel 1805 fu unito a Castelnuovo; poi, nel 1809, fece comune con Cavalcaselle, finchè nel 1811 lo troviamo finalmente aggregato al Comune di Lazise.
Durante la prima guerra di indipendenza italiana, il 28 aprile 1848, Pacengo è stato teatro dello scontro tra gli austriaci e i piemontesi, i quali vinsero la battaglia; successivamente ospitò Ferdinando di Savoia mentre era impegnato nell'assedio di Peschiera del Garda.
Tra le ville storiche di Pacengo ricordiamo: Villa De Beni (XVI sec.) e Villa Alberti (XVIII sec.);  entrambe di proprietà privata.
Una delle zone più suggestive di Pacengo è di certo quella del porto, che è un’area verde circondata da spiagge di sassi ed erba, dove ci si può rilassare o intraprendere la passeggiata ciclabile verso Peschiera del Garda.
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